Titolo Originale: Deep Blue Sea 2
Nazione: USA
Durata: 94 minuti
Regia: Darin Scott
Anno: 2018
Cast: Danielle Savre, Michael Beach, Rob Mayes, Darron Meyer, Kim Syster, Jeremy Boado, Nathan Lynn, Lily Spangenberg

Trama:

Misty Calhoun è una ricercatrice a capo di un istituto che si occupa della conservazione degli squali. Viene avvicinata dall’avvocato di una compagnia farmaceutica che le offre un lavoro di consulenza per un progetto segreto con la promessa di un grosso finanziamento per la sua associazione. Nonostante non sia proprio entusiasta dell’offerta, la ragazza decide di andare a vedere di cosa si tratta ed, assieme ad altri due scienziati, viene portata in una struttura in mare all’interno della quale ci sono 5 squali toro utilizzati come cavie per un esperimento su un nuova integratore che punta ad aumentare l’intelligenza di chi lo assume. Il prodotto sembra funzionare molto bene, forse anche troppo…

Secondo me:

Tutti voi che mi leggete assiduamente sapete della mia dipendenza da film di squali e ieri sera, navigando su uno dei sitacci underground che frequento vedo la bruttissima locandina che vedete nell’articolo. Deep Blue Sea… Questo nome mi ricorda qualcosa. Googlo un attimo ed ecco la risposta: questo film si tratta sequel Blu Profondo, film celebre quasi esclusivamente per una delle morti migliori mai filmate che vede come protagonista Samuel L. Jackson ed uscito nell’ormai lontano 1999. Il film originale era una produzione dal budget notevole che non ebbe il successo sperato ma non fu nemmeno un completo disastro. La critica lo demolì abbastanza, ma per me non era malaccio data l’ambientazione suggestiva e la storia abbastanza interessante.
Questo secondo capitolo più che un sequel sembra quasi un remake del primo capitolo, al quale c’è solo qualche strizzatina d’occhio con un set molto simile (ma enormemente più povero) e qualche scena omaggio/plagio, pertanto può essere visto in maniera indipendente.
Purtroppo però non regge minimamente il confronto con il suo predecessore non solo per la povertà dei mezzi ma anche per una trama che ricalca quella di Blu Profondo privandola però del senso logico. Se nel primo capitolo venivano utilizzati delle cellule cerebrali particolari di squalo per trovare una cura per l’Alzheimer. In Deep Blue Sea 2 invece viene sperimentato un integratore che punta a sviluppare l’intelligenza che sembra non avere nessuna correlazione specie-specifica con gli squali dato che viene utilizzato anche da uno dei protagonisti, e pertanto sembrerebbe più sensato testare il prodotto in maniera più controllata con modelli ben più gestibili e magari anche più simili a noi, tipo i primati. Tra le altre scelte discutibili poi c’è un sistema di controllo degli squali con un telecomando che però non viene sfruttato quasi per niente e che quindi a me sembra una trovata brutta e inutile.
Ma il vero punto debole del film sono i personaggi ed in particolare il nero a capo della compagnia farmaceutica e soprattutto la bella e prosperosa dottoressa Misty Calhoun, arrogante e cagacazzo ad un livello indecoroso. A completare il cast abbiamo il muscoloso e fighissimo omaccione, l’avvocato della compagnia farmaceutica, un nerd e qualche vittima sacrificale di contorno. Sarà che ho una certa esperienza con il genere ma qui è stato davvero semplicissimo indovinare chi sopravvive alla furia degli squali ed anche capire più o meno il momento della morte dei vari personaggi. Ma per me la prevedibilità non è un problema nei film di squali, anzi è quasi un vantaggio visto che li vedo un po’ come il mio piccolo safe space, ma capisco per per qualcuno vedere un film così incredibilmente prevedibile potrebbe essere un problema. O magari potrebbe farvi credere di essere un veggente. Comunque sia quello che mi ha più indispettito del film è che i nostri 5 enormi squali toro in fin dei conti non fanno praticamente nulla ed invece i killer del film sono dei piccoli squaletti neonati che girano in claustrofobici corridoi semi-allagati nemmeno fossimo in Alien 3.
Essendo un film di squali però io devo difenderlo e quindi devo assolutamente elencarne anche qualche pregio come la scena nella quale la odiosissima dottoressa Misty Calhoun si cambia (niente Tette ma un completino intimo di tutto rispetto) o la morte che dovrebbe omaggiare quella di Samuel L. Jackson che, seppur no allo stesso livello, è comunque un bel vedere. Ancora i pescatori di frodo che muoiono all’inizio sono personaggi simpatici e la trovata del telecomando che comanda gli squali è…. una puttanata degna di un film della Asylum (nello specifico Empire of the Sharks, che sarebbe Waterwold ma con gli squali radiocomandati).

Fosse un film normale direi che questo è un brutto sequel non richiesto arrivato con almeno una quindicina d’anni di ritardo. Ma visto che è un film di squali non posso che elogiarne la pregevole operazione nostalgia che arriva a pochi mesi dall’uscita del nuovo blockbuster THE MEG, anche chiamato Jason Statham Vs. Megalodon, al quale auguro un enorme successo dato che, qualora questo film incassasse dignitosamente, avremmo sicuramente vagonate di film di squali tutti uguali tra loro! Non vedo l’ora!

Lascia un commento

(Il sito utilizza gli avatar di Gravatar.com)

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Film per pochi is powered by WordPress · design di Gianluca Camaioni