Titolo Originale: Tarp pilku debesu
Nazione: Lituania
Durata: 98 minuti
Regia: Marius A. Markevicius
Anno: 2018
Cast: Bel Powley, Peter Franzén, Sophie Cookson, Jonah Hauer-King, James Cosmo, Lisa Loven Kongsli, Martin Wallström, Nadja Bobyleva

Trama:

Lina è una ragazzina che sogna di entrare all’accademia d’arte di Kaunas, una delle scuole più prestigiose della Lituania, Paese che però, in quali anni era occupato dalla Russia. Improvvisamente, una notte i soldati sovietici irrompono in casa sua e deportano lei, sua madre e suo fratello verso un campo di lavoro e successivamente in Siberia. Lina dovrà resistere alla prigionia anche per scoprire che fine ha fatto suo padre.

Secondo me:

Questo film è il primo che ho visto al cinema qui in Lituania, ormai circa tre mesi fa. La sala era pienissima, la città nella quale vivo era tappezzata di manifesti ed ogni libreria esponeva il libro dal quale è tratto questo film. Ed infatti è stato anche il maggior incasso del Paese per il 2018. Non ne parlai allora perché c’erano alcune parti in russo che erano sottotitolate in Lituano che non avevo capito, anche se in fondo era intuibile quasi tutto quello che i personaggi si dicevano. Però adesso è uscita la versione on demand con i sottotitoli in Inglese per quelle parti e quindi me lo sono rivisto.
Ashes in The Snow è un film che racconta una storia troppo poco conosciuta fuori dai confini dei Paesi Baltici e lo fa seguendo le vicende di una famiglia all’interno dei campi di prigionia sovietici. Questo permette sicuramente di empatizzare con i protagonisti dato che tutto è raccontato molto bene e con scene anche molto forti ed ambientazioni credibili, però non tutto quello che accade è sempre chiaro. Se la sensazione di smarrimento dei protagonisti potrebbe anche essere un punto a favore del film dato che nemmeno loro sapevano cosa stesse accadendo per bene, personalmente avrei preferito una visione d’insieme più ampia del periodo storico, cosa mi avrebbe permesso di uscire dalla sala un po’ più soddisfatto. Ed invece a fine visione mi sentivo come se mi mancasse qualcosa e soprattutto mi sembrava di aver visto un qualsiasi film sull’olocausto e sulle deportazioni naziste. La sensazione di deja vu è molto forte ed anche le scene più strazianti potrebbero appartenere ad un qualsiasi dramma con protagonisti deportati. Magari l’idea del film era proprio quella di far vedere che i Lituani non hanno subito un trattamento troppo diverso rispetto ad altri popoli, ma purtroppo secondo me questo rende il film più anonimo seppur ben fatto.

La mia non è assolutamente una bocciatura, anzi ne consiglio sicuramente la visione ed anche con una buona dose di fazzoletti in tasca. Però mi sarebbe piaciuto vedere un film un po’ più coraggioso che non si fermasse solamente alla ricerca della semplice lacrima.

 

Lascia un commento

(Il sito utilizza gli avatar di Gravatar.com)

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

Film per pochi is powered by WordPress · design di Gianluca Camaioni