Fear X

Titolo Originale: Fear X
Nazione: Danimarca, Gran Bretagna, Brasile, Canada
Durata: 88 minuti
Regia: Nicholas Winding Refn
Anno: 2003
Cast: John Turturro, Deborah Kara Unger, Stephen McIntyre, William Allen Young, Gene Davis, Nadia Litz, Mark Houghton, James Remar

Trama:

Harry Cain è il vigilante di un centro commerciale del Wisconsin. La moglie è stata uccisa in una sparatoria nel parcheggio del centro commerciale e da allora Harry cerca di scoprire chi è l’assassino analizzando scrupolosamente i filmati delle telecamere di sicurezza che gli vengono fornite dall’amico Phil. In un video è registrato proprio l’assassinio della moglie e da qui Harry partirà per scoprire chi ha ucciso la moglie e sopratutto perchè…

Secondo me:

Doveva succedere, era inevitabile. Nicolas Wending Refn doveva deludermi. Dopo aver visto gli ottimi Bronson, Valhalla Rising e la particolare ma pur bella saga di Pusher (mi spiace di non averne parlato, recuperatela comunque!) non vedevo l’ora di vedere qualcos’altro di questo regista. Settimana scorsa è uscito al cinema Drive, ma non sono ancora riuscito ad andare a vederlo, mi sono così consolato con questo film. Peccato che sia abbastanza brutto…
In pratica è una specie di thriller psicologico con un po’ di visioni e qualche scena onirica che sembra voler essere ambizioso e invece si rivela decisamente noioso e confuso.
Il protagonista, un John Turturro depresso e vuoto (buona prova dell’attore) cerca in tutti i modi di scoprire chi ha ucciso la moglie ed un poliziotto in un’assassinio che puzza un po’ di esecuzione analizzando nastri e foto, e dove trova le prove dell’omicidio? Nella casa davanti alla sua. La cosa ha ben poco senso ma per spiegare bene il perché dovrei rivelare un po’ troppo, quindi credetemi sulla parola (o guardate il film e smentitemi!)
La particolarità del film è che durante la vicenda ci vengono mostrati alcune “visioni” del protagonista che inizialmente servono a descrivere lo stato emotivo di Harry, ma presto inizieranno a essere invasive e a stancare…
Quando le indagini inizieranno a rivelare qualcosa la scena si sposterà in una piccola cittadina del Montana dove il film perde un pò più corpo tra poliziotti corrotti e sensi di colpa, fino a raggiungere un’enigmatico finale con un’ultima “visione” che ricorda vagamente il finale di 2001 Odissea nello Spazio
Alcuni passaggi del film mi sono rimasti oscuri, ma sinceramente non ho nemmeno voglia di riguardami il film per approfondire. Da evidenziare però alcune scene e sequenze di grande impatto stilistico, soprattutto nelle fasi iniziali del film.

Un film forse arrivato troppo presto nella filmografia di Refn (è il terzo film del regista danese dopo il primo Pusher e Bleeder). Brutto, noioso e presuntuoso.

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