Titolo Originale: เกมปลุกผี, Game pluk phi
Nazione: Thailandia
Durata: 93 minuti
Regia: Tiwa Moeithaisong
Anno: 2014
Cast: Hataichat Eurkittiroj, Yayaying Rhatha Phongam, Chinnapat Kitichaivaranggoon, Namo Tongkumnerd, Namo Tongkumnerd, Timethai Plangsilp

Trama:

Tor è uno dei ragazzi più brillanti della scuola ma spezza il cuore di Bee che per vendicarsi chiede aiuto a Ton, fratello di Tor, ed al suo amico Jack che fanno dei video online assieme. I tre portano Tor in un cimitero con l’intenzione di fargli riesumare un cadavere e costringerlo ad ammanettarsi ad esso mentre viene ripreso con uno smartphone. Durante le operazioni di scavo, l’avidità di uno dei protagonisti porterà i fratelli Ton e Tor a vivere in un incubo mentre Jack e Bee scompaiono.

Secondo me:

Solitamente quando ho voglia di vedere un horror vado a colpo sicuro mettendo un film a caso Thailandese e non ne resto quasi mai deluso. Quasi. Guardando questo Ghost Coins ho avuto la sensazione che la sceneggiatura sia stata riscritta 3 o 4 volte magari con le riprese già in corso e montato in fretta e furia da uno stagista sottopagato ubriaco. Già nei primi minuti il film da la sensazione di essere un prodotto raffazzonato, faccio un solo esempio giusto per far capire la qualità del film senza andare a spoilerare troppo: viene mostrata la realizzazione di un video che il duo Jack e Ton che vincono il Jackpot ad una slot machine e, mentre Ton cerca di raccogliere una monetina finita dietro la macchinetta viene misteriosamente ammanettato. Jack ride e balla e gli preannuncia che ha un’idea per un nuovo video che gli farà aumentare vertiginosamente le visualizzazioni.
Adesso in questa scenetta di pochi secondi ci sono almeno 3 grossi problemi:

1) Ton viene ammanettato da una mano misteriosa e non si capisce a chi appartenga e come diavolo faccia ad esserci qualcuno dietro la macchinetta dato che questa sembrerebbe attaccata al muro;

2) Se era tutto pianificato da Jack, come fa questo ad essere sicuro che una monetina sarebbe finita dietro la macchinetta e che Ton andrà a raccoglierla con il braccio;

3) Se era tutto pianificato per fare un video da postare in rete perché Jack, che sta riprendendo, invece di inquadrare Ton balla come un cretino con il telefono che riprende da tutt’altra parte per poi zoommare sul volte dell’amico a spavento avvenuto?

Il film è pieno di piccole e grandi incongruenze e stupidità anche più gravi di quella appena descritta e addirittura non si capisce se la moneta del titolo sia davvero la causa scatenante che fa si che i nostri protagonisti vengano perseguitati dato che la foresta sembra nascondere qualcosa di misterioso anche prima della profanazione della tomba. E poi comunque anche la premessa è stupida dato che i ragazzi decidono di riprendersi mentre commettono un crimine. Che questo film sia stato fonte d’ispirazione per Logan Paul e il suo video nella foresta dei suicidi?
Se il film facesse almeno seriamente paura i macroscopici problemi di sceneggiatura passerebbero in secondo piano ma invece abbiamo solo una manciata di scenette riuscite ed alla fine della fiera la noia prevale decisamente sull’inquietudine anche perché ad un certo punto assisteremo ad una lunga e tediosa soap opera nera che renderà davvero ardua l’impresa di arrivare alla fine del film. I più temerari però verranno ricompensati con una semplice frase totalmente fuoriluogo che ancora una volta vi farà pensare che lo sceneggiatore (che dovrebbe essere lo stesso regista) abbia dimenticato di prendere i suoi psicofarmaci durante la produzione di questa roba.
Curiosità: l’attrice Yayaying Rhatha Phongam era nel cast di Solo Dio Perdona di Nicholas Winding Refn, Protector 2 di Tony Jaa e anche di Mechanic: Resurrection con Jason Statham.

Un horror che non fa onore alla lunga tradizione Thailandese del genere. Sul sito ci sono prodotti decisamente migliori come Take me Home e sopratutto Pee Mak che meritano davvero di essere visti.

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