Titolo Originale: สุขสันต์วันกลับบ้าน
Nazione: Thailandia
Durata: 94 minuti
Regia: Kongkiat Khomsiri
Anno: 2016
Cast: Mario Maurer, Wannarot Sonthichai, Noppachai Chaiyanam, Djuangjai Hirunsri, Nabhada Sukhakrit

Trama:

Tan ha perso la memoria dopo un incidente e per una decina d’anni, dall’ospedale che lo ospita, ogni giorno cerca informazioni su di se su internet cercando di capire chi è e trovare la sua famiglia. Una notte, mentre è davanti al computer, si sente chiamare da una misteriosa voce femminile e da una stampante viene fuori un articolo che sembra riguardarlo. Tan, per nulla scosso dai misteriosi avvenimenti decide di seguire quella pista e si dirige dalla famiglia indicata nella stampa dove incontrerà sua sorella gemella Tubtim e la sua famiglia. L’atmosfera in casa però sembra un po’ strana e presto Tan scoprirà il perché…

Secondo me:

Dopo mesi e mesi di inattività torniamo alla grande con un film che interesserà solo me ed altre due persone in Italia. Questo Take me Home è l’ultimo film che vede protagonista il teen Idol thailandese Mario Maurer già visto ed apprezzato in Pee Mak. Oltre a condividere l’attore protagonista, i due film hanno in comune anche il tema principale dato che entrambi i film sono horror con fantasmi.
Take me Home però parte decisamente male.
Il protagonista è imperturbabile e non ha quasi reazione davanti a luci intermittenti, strane voci ed una stampante che si attiva da sola. Anche al suo arrivo in casa i componenti della famiglia non sembrano reagire in maniera consona alla situazione ma lui non batte ciglio. L’atmosfera generale del film è quella di un prodotto mediocre con l’atmosfera fatta di musiche in crescendo in corrispondenza di jumpscare scadenti. Insomma ero abbastanza deluso almeno fino all’inizio delle vere e proprie manifestazioni violente dei fantasmi. Più o meno a metà film arriva però arriva un colpo di scena che ha dato una svolta non da poco che ha innalzato notevolmente il mio indice di gradimento! Da qui in poi il nostro protagonista scoprirà pian piano la storia della casa e della sua famiglia attraverso ricordi e visioni, inframezzate ovviamente da scene inquietanti ben più riuscite di quelle iniziali. Seguire la storia non sarà affatto facile data la continua alternanza delle scene anche in ordine non sempre cronologicamente coerente, ma la confusione dello spettatore viene ripagata dallo splendido intrattenimento che il film riesce regalare costruendo pian piano un puzzle i cui pezzi tornano perfettamente in posizione. Insomma, se all’inizio stavo per cambiare film, alla fine invece il film mi conferma nuovamente che il posto dove fanno gli horror migliori è la Thailandia.

Un horror a due facce, con una prima parte non esaltante ed una seconda semplicemente esplosiva.

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