Titolo Originale: Tenemos 18 años
Nazione: Spagna
Durata: 73 minuti
Regia: Jesús Franco
Anno: 1959
Cast: Isana Medel, Terele Pávez, Antonio Ozores, María Luisa Ponte, Luis Peña, Licia Calderón, Aníbal Vela, Rufino Inglés

Trama:

María e Pili sono due cugine diciottenni che conducono una vita piuttosto ordinaria e monotona. Per combattere la noia, María inizia a scrivere un racconto che le vede protagoniste di un viaggio in macchina per il Paese su in improbabile mezzo vendutagli dal cugino Mariano, personaggio che nella realtà si trova sempre a corto di soldi e che nel racconto diventa una perfetta sanguisuga. Ben presto anche Pili aiuterà la cugina nella stesura del racconto e, anche con l’aiuto dell’alcol, le cose diventeranno decisamente più avventurose!

Secondo me:

Da qualche settimana sto frequentando un corso di spagnolo ed ovviamente come attività integrativa sto guardando tonnellate di film spagnoli e sud americani. Il cinema contemporaneo in tale lingua però non mi appassiona molto e quindi ho deciso di scrivere un articolo su uno dei più prolifici e geniali registi che abbia mai vissuto su questa terra: Jesús Franco.
Del lui avevamo già parlato in un vecchio articolo di 5 o 6 anni fa che mi vergogno anche a linkare per quanto male è scritto, quindi ricominciamo da capo con un brevissimo turpiloquio che conterrà solo qualche nozione di base che spero integriate con Wikipedia, interviste su youtube, documentari e magari qualche libro perché c’è davvero troppo da dire su questo personaggio ed io ho un certo timore reverenziale quando scrivo di gente così importante.
Iniziamo dicendo che il buon Jesús Franco ha girato all’incirca 200 film cambiando spesso genere ma viene ricordato principalmente per i suoi horror erotici psichedelici come Vampyros Lesbos, Delirium, Sexo Canibal (o Il Cacciatore di Uomini o Devil Hunter, che è uno dei più famosi), Oasis of the Zombies (e/o e La Tumba de Los Muertos Vivientes che in realtà sono due versioni dello stesso film) e tanti, tantissimi altri che meriterebbero un articolo a parte. Un po’ come il carissimo Joe d’Amato, anche la qualità media dei film di Jesús Franco lasciava abbastanza a desiderare, ma per qualche strano motivo finiscono essere come le patatine ovvero uno tira l’altro.
Non è stato però solo attivo nel cosiddetto cinema di serie B dato che ha lavorato anche in produzioni enormi come Falstaff di Orson Wells con il quale tra l’altro ha anche lavorato ad altri progetti incompiuti come L’Isola del Tesoro e montato l’incompiuto Don Chisciotte che verrà rilasciato nel 1992.
Essendo però specializzato in film dalle tinte erotiche è impossibile non parlare delle donne di Jesús Franco come la bellissima Soledad Miaranda, morta ad appena 27 anni in un incidente automobilistico, Lina Romay divenuta poi sua moglie, Alice Arno, Monica Swinn ed in un’occasione ha anche spogliato Romina Power. Non solo grandi donne al suo fianco ma anche attori leggendari come Christopher Lee con il quale gira un Dracula definito dall’attore migliore di quelli della Hammer e Klaus Kinski con il quale instaura una collaborazione molto prolifica.
Interessante è anche la storia dei mille pseudonimi con il quale il regista firmava i suoi film. Inizialmente fu un produttore francese a chiedere al regista di cambiare il suo nome per rendere il film più vendibile all’estero, dato che Jesús rimandava a Gesù e Franco al dittatore spagnolo. Il regista decise quindi di firmarsi come Jess Franco, successivamente poi un distributore tedesco gli chiese di aggiungere altri nomi perché, data la sua enorme produzione, aveva in catalogo troppi film firmati da lui. Jesús, abile musicista ed amante del jazz, quindi decise di omaggiare alcuni dei suoi musicisti preferiti prendendo i loro nomi creando quindi un ideale quintetto. Successivamente però poi gli furono affibbiati altri nomi a sua insaputa per un totale di circa 30 pseudonimi.

Dopo la presentazione del regista spagnolo parliamo un po’ di questa sua primissima opera. Tenemos 18 años, seppur lontano dalle atmosfere che hanno reso celebre il regista, ha in comunque con i suoi film quell’anarchia che lo rende difficile da inquadrare in un genere preciso. Se l’atmosfera generale del film è piuttosto leggera, la seconda parte diventa decisamente più cupa trasformando il film in un piccolo horror misterioso estremamente semplice ma efficace per poi virare nuovamente sul thriller con una vena romantica d’altri tempi. Un film che, nonostante sia di 60 anni fa, resta godibilissimo e presenta anche diverse piccole idee geniali, come ad esempio il far interpretare personaggi diversi agli stessi attori nella realtà e nella finzione. Inoltre alla fine degli anni ’50 Thelma & Louise erano ancora molto lontane e non era certo comune vedere un film on the road con due donne protagoniste.
Questo film non è certamente quello che ci si aspetterebbe da Jesús Franco, ma resta comunque un buon esordio che ha il merito di aver dato il via ad una carriera incredibile e che l’ha reso il principale protagonista della Sexplotation europea, e la cui opera ha contribuito consolidare un’industria globale piena di immaginazione capace di regalare al pubblico un vero e proprio spettacolo.

Grazie Maestro!

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