the oregonians

Titolo Originale: The Oregonian
Nazione: USA
Durata: 81 minuti
Regia: Calvin Lee Reeder
Anno: 2011
Cast: Lindsay Pulsipher, Robert Longstreet, Lynne Compton, Roger M. Mayer, Barlow Jacobs, Scott Honea, Christo Dimassis, Meredith Binder

Trama:

Una ragazza ha un’incidente automobilistico e perde la memoria. Confusa e ferita, inizia un viaggio senza meta tra i boschi e le strade dell’Oregon.  Durante il suo viaggio succederanno cose a caso, incontrerà personaggi assurdi che la porteranno in posti assurdi a vivere situazioni assurde.

Secondo me:

L’articolo di oggi sarà una scusa per una chiacchierata che servirà a far tornare il cinema italiano grande come 30-40 anni fa. Ma per fare questo e prima di andare al punto dell’articolo mi vedo costretto a massacrare questa vaccata americana indie che mi sono visto per caso qualche sera fa. Chi segue questo blog regolarmente saprà che raramente parlo male dei film. Preferisco infatti non pubblicare articoli su film che non mi sono piaciuti piuttosto che stroncare la carriera di giovani filmmaker anche perchè io insomma non sono nessuno. Però ho bisogno di The Oregonians per salvare il cinema italiano e quindi mi spiace caro Calvin Lee Reeder ma insomma prenditela con te stesso: hai girato una merda! Se questo fosse stato un buon film sarei felicissimo di elogiarlo e allo stesso tempo salvare il cinema italiano ma non posso…  Ma perchè fa tanto schifo questo film? Sarò breve perchè il vero fulcro dell’articolo non è The Oregonian ma il salvataggio del cinema italiano.

Questo qua è uno di quei film indie-snob-hipster con inquadrature sfocate sulla natura, sulle foglie e sui pesci morti in decomposizione con rumori e suoni fastidiosi.  Caratteristiche abbastanza comuni comunque per i film da Sundance Film Festival a volte anche parecchio apprezzabili (questa roba venne mostrata al Sundance in una proiezione di mezzanotte). Quello che fa davvero schifo non è tanto lo stile registico, la fotografia o il reparto audio del film ma i contenuti. Nulla ha senso in questo delirio che semba un film di Devid Linc (sottomarca di David Lynch venduta nei peggiori Discount di periferia): succedono cose senza il minimo senso, i personaggi assurdi incontrati sono brutti e non c’è nessuna sequenza abbastanza bella da far pensare: “ sto vedendo una vaccata ma questa scena merita“. Il film non da nessuna risposta alle mille domande superflue che si pone lo spettatore ed è impensabile anche che queste risposte ci siano. Dopo 20 minuti che guardi il film vorresti morire ma allo stesso momento cerchi di capire dove vuole andare a parare questa roba. La dura realtà però è che non va a prarare da nessuna parte. Non mi convincerete mai che questo film ha un senso. Insomma non guardate questa roba, statene lontani.

Come potrebbe quindi un film indie-snob-brutto americano salvare il cinema italiano? Direttamente in nessun modo, ma grazie a questo articolo sono sicuro che tra 3-4 anni andremo tutti in pelligrinaggio a casa di Calvin Lee Reeder per ringraziarlo. Perchè? Dopo aver visto questa orribile robaccia mi sono messo a cercare qualche informazione in rete ed ho scoperto che….

SUSPANCE

The Oregonian aveva beneficiato di una campagna KickStarter per avere una distribuzione. Cos’è Kickstarter? In pratica è un sito dove una persona propone un’idea e chiede finanziamenti agli utenti del sito per realizzarla. Mentre scopro della campagna di raccolta fondi per The Oregonian vado a controllare facebook e vedo che il Maestro Enzo G. Castellari aveva accettato la mia richiesta di amicizia! A quel punto i miei neuroni hanno fatto sinapsi e m’è venuto in mente quanto segue:

“ma cazzo se Castellari o Ruggero Deodato si mettono a fare campagne su Kickstarter o siti simili, magari con qualche video di sponsorizzazione di Tarantino, Eli Roth e gentaglia simile non raccoglierebbero miliardi di euro?”

Di film interamente (o quasi) prodotti su Kickstarter ormai ce ne sono parecchi (gli ultimi due casi clamorosi sono il film di Veronica Mars e il nuovo film di Zach Braff).

Io sono convinto che di fan di quel cinema ce ne sono parecchi e non solo in Italia. Magari se uno di questi grandi registi facesse una campagna di raccolta fondi o su Kickstarter o IndieGoGo o altri siti simili, se questa avesse successo e il loro film dovesse avere successo, anche i cari vecchi produttori nostrani potrebbero tornare ad investire nel “Genere” e magari a quel punto anche i nuovi registi italiani cone Ivan Zuccon o Gabriele Albanesi troverebbero lo spazio che meritano nelle sale. Follia? Sogno irrealizzabile? Forse, però personalmente sarei felicissimo di investire qualche decina di euro per finanziare il nuovo film di Enzo G. Castellari! 

Adesso però tocca anche a voi lettori fare la vostra parte: diffondete questa pazza idea in giro per la rete e facciamo tornare grande il nostro cinema!

2 Responses to “The Oregonian”

  1. “ma cazzo se Castellari o Ruggero Deodato si mettono a fare campagne su Kickstarter o siti simili, magari con qualche video di sponsorizzazione di Tarantino, Eli Roth e gentaglia simile non raccoglierebbero miliardi di euro?” No. Farebbero solo un film brutto’ dato che sono cinematograficamente bolliti.

  2. Per qualche ragione, sono stato a guardare il lavoro di Barlow Jacobs. Sono stato molto contento di vederlo nel film “Dead Man’s Burden” ( http://www.itafilm.video/1865-dead-mans-burden-2012.html ) …

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