Titolo Originale: Jailbreak
Nazione: Cambogia
Durata: 92 minuti
Regia: Jimmy Henderson
Anno: 2017
Cast: Celine Tran, Jean-Paul Ly, Savin Phillip, Dara Our, Tharoth Sam, Sisowath Siriwudd, Rous Mony

Trama:

Playboy è un membro di spicco del clan malavitoso Butterfly gang che, una volta arrestato, decide di collaborare con la giustizia e necessita quindi protezione per il trasferimento in prigione. La scorta sarà composta da tre poliziotti locali affiancati dall’ispettore Ly, membro del corpo speciale francese GIGN ed in visita istituzionale nel Paese. Il tragitto fino alla prigione filerà più o meno liscio ma, una volta arrivati nella struttura, i nostri protagonisti si troveranno in mezzo ad un vero e proprio inferno dal quale dovranno cercare di uscire a suon di pugni, possibilmente proteggendo anche Playboy!

Secondo me:

Quest anno mi ero quasi deciso ad andare al Far East Film Festival di Udine, ma poi alla fine un po’ perché sono povero, un po’ perché sono stronzo ho deciso di non andare. Per prepararmi all’evento stavo recuperando qualche film asiatico tenuto in archivio e mentre guardavo questo Jailbreak non ho fatto altro che ripetermi quanto sarebbe perfetto per il festival. E non devo essere stato il solo a pensarlo dato che ho poi scoperto essere stato presente nel 2017.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: questo film è una bomba e mi ha emozionato come non succedeva da parecchio. Era forse da The Raid che non mi capitava di divertirmi così tanto con un film di mazzate, anche se le sensazioni provate con i due film sono state senz’altro diverse data la natura più scanzonata di questo Jailbreak che si contrappone alla cupezza generale di The Raid. Forse questo film rientra più nelle mie corde anche grazie al fatto che sono riuscito ad entrare in sintonia con il tono generale del film che mi ha permesso di glissare sulle inevitabili troiate estreme che i prodotti di questo genere hanno. Mi spiego meglio: in Jailbreak uno dei protagonisti viene accoltellato ad una spalla ma che poche scene dopo torna a picchiare come un fabbro. Quando i protagonisti di film come The Raid subiscono ferite simili e tornano a combattere come se niente fosse storco un po’ il naso, ma visto che in un film come Jailbreak uno dei protagonisti cerca un bagno decente per tutto il film, sono più propenso ad accettare qualche licenza poetica.
Per quel che riguarda le mazzate sappiate che sono tantissime, ben coreografate ed, anche se gli scontri alla lunga tendono ad essere ripetitivi data la scarsa varietà di ambienti e combattenti, restano comunque interessanti grazie alla chiarezza con le quale vengono ripresi ed a piccole ma talvolta geniali inquadrature proposte da buon Jimmy Henderson, come ad esempio la soggettiva di un poveraccio che prende parte agli scontri.
Jimmy Henderson che in realtà all’anagrafe si chiama Daniele ed è un milanese emigrato prima in UK e successivamente in Cambogia dove ha girato il primo zombie movie del Paese, ha fatto parlare di se a causa di una scena di nudo in un suo precedente film e adesso sta riscuotendo un grosso successo internazionale proprio grazie a Jailbreak. Inoltre in questi giorni ha iniziato le riprese del suo quarto lungometraggio intitolato “The Prey” che dovrebbe essere un altro action.
Oltre all’azione di altissimo livello il film ci delizia anche con del sano e divertente sessismo bilanciato però da personaggi femminili con grossi attributi, ed anche un po’ di gnaga visto che la Butterfly gang è composta da sole donne attraenti (o quasi…) ed il capo della banda è interpretato da una ex pornostar locale.

Un film che mi ha stupito per la qualità dell’azione e per la freschezza che mi ha trasmesso. Se The Prey sarà ad Udine il prossimo anno sarà per me obbligatorio esserci.

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