Titolo Originale: Sheng hua te jing zhi sang shi ren wu
Nazione: Hong Kong
Durata: 89 minuti
Regia: Steve Cheng Wai-Man
Anno: 2000
Cast: Stephen Fung Tak-Lun, Sam Lee Chan-Sam, Alice Chan Wai, Ronald Wong Ban, Hui Siu-Hung, Ng Chi-Hung, Samuel Leung Cheuk-Moon

Trama:

Negli Stati Uniti vengono condotti degli esperimenti su dei soldati che vengono infettati con un virus in modo da renderli pieni di energia ed insensibili al dolore. Effetto collaterale è che diventano cannibali (insomma diventano zombie!). Durante uno di questi esperimenti uno scienziato viene ferito, ma non sembra dare grosso peso alla cosa. Rientrato in Cina però inizia a trasformarsi… Verrà portato in un piccolo commissariato di polizia di provincia, che presto diverrà un nido di zombie!

Secondo me:

Nel 1998 in Cina uscì un film che si chiamava Bio-Zombie che a quanto pare è un ottima commedia con gli zombie. Io volevo vedere quello, ma grazie alla mia sbadataggine mi sono ritrovato con questo Bio-Cops, che alla fine è una specie di seguito spirituale del film menzionato prima. A quanto pare le storie non sono affatto legate, quindi Bio-Cops può essere visto tranquillamente come film a sè…ma sinceramente io non consiglio di vederlo!
Non è che sia poi così brutto e c’è anche qualche trovata originale, ma il tutto funziona abbastanza male. Il film è una commedia horror con un deprecabile umorismo (solito umorismo cinese, che può piacere o meno), niente splatter e una storia abbastanza banale (protagonisti rinchiusi in un posto con un’orda di zombie che vuole mangiarli). Il make-up e gli effetti speciali e gore sono veramente di bassa qualità. In giro ci sono centinaia di produzioni amatoriali migliori!
Una particolarità del film è che gli “zombie” sono in grado di parlare, ragionare e organizzasi, rendendo il film un pò più interessante e divertente. Infatti le parti più divertenti sono quando gli zombie interagiscono tra loro, sopratutto grazie alla presenza di un infiltrato umano!
Poi c’è una cosa che davvero mi ha messo tristezza. Per non spoilerare troppo dico solo bombe preservativi!

In definitiva una commedia zombie un pò sotto la media, ma comunque non del tutto disprezzabile.

Scusate ma non ho trovato nessun filmato correlato al film! Se qualcuno trova qualcosa mi faccia sapere… (intanto potete guardarvi l’intero film senza sottotitoli cliccando QUA!)

Titolo Originale: The Disappearance of Alice Creed
Nazione: Regno Unito
Durata: 100 minuti
Regia: Jhonatan Blakeson (oppure J Blakeson, come lui preferisce!)
Anno: 2009
Cast: Gemma Arterton, Martin Compston, Eddie Marsan

Trama:

Vic e Danny rapiscono la giovane Alice Creed, figlia di un milionario, al fine di ottenere 2 milioni di sterline come riscatto. Tra i due Vic è la mente della coppia, quello carismatico che dà ordini e compie le operazioni delicate, mentre Danny è il carceriere, abbastanza insicuro e titubante. Almeno apparentemente… Danny infatti nasconde qualcosa al suo compagno. Alice, nonostante sia terribilmente spaventata, non perderà comunque occasione per cercare di liberarsi scoprendo la verità sul suo aguzzino.

Secondo me:

Ottimo esordio alla regia di un lungometraggio per questo J Blakeston (solo la madre lo chiama Jhonatan, per tutti gli altri è J!). Questo film è un thriller girato veramente con 2 soldi (1,5 milioni di sterline, anche se avrei detto meno) e con soli 3 attori (ottimi nelle rispettive parti!), che si svolge praticamente in sole 3 stanze. Viene infatti seguito con maggiore attenzione il personaggio di Danny che sarà rinchiuso nella casa prigione assieme ad Alice, mentre quello che fà Vic fuori ci viene solo raccontato. Ottima la tensione che si instaura nella prima parte del film, dove i dialoghi e la cura dell’ambientazione e della situazione prevalgono sull’azione vera e propria. Abbastanza crudo poi nel mostrare anche scene che spesso vengono omesse nei film, come le funzioni corporali della persona rapita. Proprio quando ci si inizia un pò ad annoiare a questa situazione ecco arrivare i colpi di scena, alcuni davvero sorprendenti!
Altra cosa che mi è piaciuta molto sono i primi minuti, quando i due preparano la stanza di detenzione della ragazza. In realtà non c’è niente di straordinario, però funziona, così come il rapimento mostrato in pochi attimi.
Infine parliamo della distribuzione. Da noi non è uscito, e non sembra uscirà nell’immediato futuro…

Un ottimo thriller come non ne vedevo da un bel pò. Questo regista va assolutamente tenuto d’occhio per il futuro!

Titolo Originale: Jack Brooks: Monster Slayer
Nazione: Canada
Durata: 90 minuti
Regia: Jon Knautz
Anno: 2007
Cast: Robert Englund, Trevor Matthews, Austin MacDonald, James A. Woods, Daniel Kash, Rachel Skarsten

Trama:

Dopo aver assistito all’assassinio di tutta la sua famiglia in un bosco durante un campeggio, Jack Brooks è diventato un ragazzo difficile con frequelti scatti d’ira che lo spingono a frequentare uno psicologo. Fà l’idraulico e intanto frequenta anche la scuola serale dove incontra una ragazza che gli interessa. Il suo professore ha appena traslocato e chiede all’idraulico di dargli una mano a casa con delle vecchie tubature. Il professore però scoprirà qualcosa di strano nel suo giardino e da allora non sarà più lo stesso…

Secondo me:

Questo film è stato davvero una piacevole sorpresa. Ho scelto praticamente un film a caso con la parola monster nel titolo e me lo sono visto. Alla fine un’ora e mezza più che guadagnata! Non è che stiamo parlando di un capolavoro assoluta, ma di un divertente filmetto low budget a metà strada tra l’horror e la commedia che omaggia i Monster movie del passato (in realtà 2 milioni e mezzo di dollari non è che siano proprio pochissimi per il mio standard).
Ovviamente in italia non è uscito e anche in patria e negli USA è stato visto solo in una manciata di cinema per poi risquotere un discreto successo in versione home video.
Ricorda parecchio My Name is Bruce, anch’esso a suo modo un omaggio al B-movies e al cinema in stile Roger Corman. Il giovane Trevor Mattews non sarà Bruce Campell ma nel suo ruolo è abbastanza convinciente, mentre mi aspettavo un pò di più dall’antagonista interpretato nientemeno che da Robert “Freddy Kruger” Englud! Il suo personaggio alla fine dovrebbe essere divertente, ma a me tutto sembra forzato e poco naturale.
La storia non ha nulla di originale o complesso, ma tutto quello che si chiede ad un film del genere è un protagonista carismatico, la comparsa di un qualche mostro anche senza motivo e il protagonista che affronta il mostro!
E i mostri sono proprio come li si vuole, gommosi, molto finti e stupendamente schifidi!
La star del film è comunque il bidello della scuola che sbraita un paio di volte in un perfetto dialetto abruzzese!!!

Da vedere se siete nostalgici dei monster movie  degli anni ’70-80!


Titolo Originale: Gwoemul; 괴물
Nazione: Corea del Sud
Durata: 119 minuti
Regia: Joon-ho Bong
Anno: 2006
Cast: Song Gang-ho, Byeon Heui-bong, Park Hae-il, Bae Doo-na, Ko A-sung

Trama:

Due scienziati decidono di svuotare centinaia di bottiglie di sostanze chimiche in un lavandino. Questo porterà all’inquinamento del fiume Hann (che attraversa Seul) nel quale crescerà un mostro che seminerà il panico nella città uccidendo decine di persone e rapendo la giovane Hyun-seo. Anche se le speranze di rivederla viva sono scarse, suo padre e gli altri membri della famiglia faranno di tutto per ritrovare la ragazza, nonostante siano braccati dal governo per essere entrati in contatto diretto con il mostro e poi fuggiti dai controlli.
Secondo me:

Questo film è uno dei film coreani di maggior successo degli ultimi anni. Uscì nei cinema di quasi tutto il mondo ottenendo grande successo, e arrivò doppiato persino nel nostro paese (anche se solo in dvd e con qualche anno di ritardo). Sicuramente il successo della pellicola è più che meritato! Il film è una specie di kaiju eiga moderno, un horror-fantascientifico divertente ma anche drammatico che contiene al suo interno svariate tematiche mescolate alla perfezione. Al centro di tutto c’è la famiglia, che qui in un momento estremamente difficile riesce ad essere unita più che mai combattendo, oltre che contro un mostro anche contro il governo, che cerca di contenere il panico inventandosi una specie di infezione da contatto con il mostro…
Ottimi i protagonisti! La famiglia al centro della vicenda è composta da personaggi abbastanza particolari (una campionessa di tiro con l’arco, un’alcolizzato, il padre fannullone e il rispettabile capofamiglia), che regaleranno sorrisi e qualche scena commovente. A rafforzare poi la critica sociale del film vi sono poi altri due personaggi, due ladruncoli che aiuteranno i protagonisti. Perfetta la realizzazione in computer grafica del mostro che è una specie di pesce-anfibio con una lunga coda e zampe!
Qualche scena delle quali avrei fatto a meno ci sono, una su tutte il furto di un furgone con una scusa affatto credibile, però nel complesso le stronzate sono limitate.
Poi come spesso accade nei film coreani ci sono scene visivamente disgustose (come quelle nel finale ed alcune nella tana del mostro…)

Davvero un’ottimo film di mostri, io lo definirei un B-movie di serie A!

Titolo Originale: Bizita Q; ビジターQ
Nazione: Giappone
Durata: 84 minuti
Regia: Takashi Miike
Anno: 2001
Cast: Ken’ichi Endô, Shungiku Uchida, Kazushi Watanabe, Jun Mutô, Fujiko (Reo Matsuo)

Trama:

Gli Yamazaki sono una famiglia per niente normale e piena di stranezze. Il capofamiglia è un giornalista ormai fallito che vuole trovare uno scoop ad ogni costo riguardante la violenza tra i giovani, la madre è una eroinomane che si prostituisce picchiata dal figlio, a sua volta perseguito da alcuni bulli. Un’altra figlia vive invece lontano da casa prostituendosi anche lei. Non c’è grande armonia tra i famigliari, ma un ospite invitato quasi casualmente dal capofamiglia porterà grossi cambiamenti in casa Yamazaki!

Secondo me:

Di Miike ho già parlato altre volte (Ichi the Killer, Zebraman e Sukiyaki Western Django), ma è sempre bene ricordare che questo regista è uno che si è fatto le ossa in tv e film per il V-Cinema giapponese (essenzialmente fatto di B-movies splatterosi e Pinku Eiga). Questo film fu girato subito dopo il raggiungimento della notorietà grazie soprattutto ai due primi capitoli di Dead or Alive (NON PENSATE AL VIDEOGIOCO!), ma rappresenta una specie di ritorno alle origini o se vogliamo l’apice dei film a basso budget da lui diretti.
Miike fu scelto dalla tv giapponese per dirigere questo film all’interno di un progetto chiamato Love Cinema, che si prefiggeva di esplorare i vantaggi del cinema digitale. Questo è uno dei film più controversi del regista nipponico infatti alcuni lo considerano un capolavoro, altri solo un’insensata sequela insensata di violenza e sesso. Per me non è affatto un capolavoro ma comunque resta una figata!
Dopo i primi dieci minuti di sesso volevo quasi smettere di guardare il film (e andarmene su youporn) ma una mattonata apparentemente immotivata cambia tutto! Conosciamo il “visitatore” e tutta la famiglia, mostrando le dinamiche presenti (o assinti) tra loro. Figlio che fa quello che vuole in casa ma fuori è bersaglio di bulli e rapporto tra i genitori molto distaccato.
L’assenza della figlia non viene nemmeno trattata, segno ancora più evidente di distacco. Una storia drammatica insomma di una famiglia che non ha più nulla per essere chiamata tale, nella quale i componenti si muovono con estrema passività. Sorvolando sulle conclusioni filosofiche iniziamo a parlare delle scene e di come ci viene raccontata la vicienda.
Tutto è estremo. Il budget limitato e l’uso di camera digitale spingono il Miike ad adottare una tecnica di regia a tratti quasi simil-amatoriale che fotografa in maniera più diretta la realtà e coinvolgendo al massimo lo spettatore. Ad accompagnarci durante il film poi ci sono alcune frasi estreme come “l’hai ma fatto con tuo padre?” o “hai mai picchiato tua madre?” che sottolineano ancora più delle immagini la crudezza di quello che si sta vedendo. A contribuire sempre a creare l’atmosfera è il ritmo del film, con la camera che tende a soffermarsi diverse volte per alcuni secondi su alcuni particolari, e nel complesso una narrazione lenta ma appassionante.
Come detto però il film è molto controverso. C’è chi dice che sia praticamente solo un pretesto per inserire scene abbastanza disturbanti in un film. Io non sono tra questi, ma c’è da dire che decine sono gli esempi di scene sopra le righe, come la mungitura estrema di capezzoli, sesso con un cadavere con feci annesse, stupro e microfono in culo… Tutto lasciando poco o niente all’imaginazione.
Queste scene forse sono estreme ma assolutamente pertinenti al contesto e raramente gratuite. Certo però che un film di questo genere non è per niete adatto a tutti, ed è proprio per questo che si trova su questa pagina! La mia opinione sul film è più che è positiva e credo sia fondamentale guardarlo se ci si vuole avvicinare a Takashi Miike e al suo cinema. Magari non come primo film ma dopo aver visto qualche bel classico del regista passate a questo.

Film che si trova anche abbastanza facilmente in italiano quindi non ci sono scuse: prendetelo e fatevi un’idea!

 


Titolo Originale: Frozen
Nazione: USA
Durata: 93 minuti
Regia: Adam Green
Anno: 2010
Cast: Shin Ha-kyun, Byeon Hie-bong, Lee Hye-yeong, Son Hyeon-ju, Eun-Seong

Trama:

Lynch, Parker e Dan sono tre ragazzi che decidono di passare un fine settimana sulle nevi. Fatta eccezione per qualche piccolo screzio tra Lynch e Parker, quest’ultima ragazza di Dan, tutto procede per il meglio. Riescono persino a corrompere l’addetto alla seggiovia, che acconsentirà a farli salire dopo l’orario di chiusura per un’ultima discesa. Qualcosa va storto però e i tre rimarranno bloccati lassù rischiando l’assideramento. Dopo aver capito che i soccorsi non arriveranno molto presto cercheranno di inventarsi qualcosa per salvarsi…

Secondo me:

Che bella soddisfazione quando guardi un film del quale non sai assolutamente nulla e ne rimani pienamente soddisfatto! Film a bassissimo costo, Frozen è un thriller dai forti toni horror abbastanza particolare dove la tensione è generata dalla claustrofobica situazione nella quale ci si sente pienamente coinvolti. Rimanere sospesi su una seggiovia non deve essere affatto piacevole e in alcuni momenti in cui i ritmi del film calano (in questo caso questi frangenti non sono un difetto ma un pregio) mi sono trovato a chiedermi che cosa avrei fatto in una situazione simile e non sono riuscito a trovare alcuna soluzione migliore di quelle dei protagonisti. Dopo infatti un’iniziale attesa, all’arrivo dei primi segni di assideramento i tre capiscono che aspettare i soccorsi non serve a niente. Dovranno quindi fare qualcosa per salvarsi. Ma cosa? Questo lo lascio scoprire a voi guardando il film, uscito nelle sale il 25 marzo (con un pò di ritardo rispetto all’america, ma niente di inaccettabile…).
La cosa che potrebbe disturbare un pò la visione sono i protagonisti, niente da dire a livello recitativo, ma i tre non hanno personalità e rientrano nei classici giovani americani. Niente di poi così male, però un pizzico di originalità in più sarebbe stata adatta.

Fotografia bellissima e tensione assicurata in questo film “agghiacciante” (scusate lo squallido gioco di parole ma dovevo scriverlo). Dategli una possibilità, vi farà gelare il sangue (altro orrendo gioco di parole)!


Titolo Originale: Deo Ge-im; 더 게임
Nazione: Corea del Sud
Durata: 116 minuti
Regia: Yun In-ho
Anno: 2008
Cast: Shin Ha-kyun, Byeon Hie-bong, Lee Hye-yeong, Son Hyeon-ju, Eun-Seong , Sang-rok Chu, Hang-Seon Jang

Trama:

Hee Do è un giovane artista di strada felicemente fidanzato con la bella Eun Ah. La famiglia della ragazza ha però dei problemi economici ed è costantemente minacciata da malviventi. Dopo essere stato picchiato da questi tizi Hee Do ripensa ad un’offerta ricevuta precedentemente prima al telefono e poi fisicamente da una ragazza, nella quale gli viene proposto di partecipare ad un gioco con il premio di 3 miliardi di won assieme ad un ricchissimo anziano. Decide di accettare e mettere in palio se stesso, ma non capendo realmente cosa sta rischiando!

Secondo me:

Finalmente si torna in Corea del Sud con un bel thriller pieno di belle intuizioni, ma dalla realizzazione un po’ approssimativa. Conosciuto anche con il titolo The Game, questo film ha un’idea alla base molto bella, ma ci sono troppe cose sulle quali bisogna sorvolare se ci si vuole godere la visione. Citando nientemeno che The Human Centripede questo film è 100% medically inaccurate. Se però si riesce a non pensare al mare di incongruenze che circonda il film ci si trova davanti ad un prodotto piacevole e dal buon ritmo. Senza spoilerare troppo è molto difficile per me far presente alcune di queste situazioni, quindi mi limito a dire che ci sono parecchie cose che non mi sono andate affatto giù (anche se dal trailer si capisce abbastanza cosa succede nel film).
Nella parte introduttiva (la prima mezz’oretta insomma) il film sembra promettere davvero bene, calando però vistosamente di qualità nella seconda parte, quando si dovrebbe entrare nel vivo dell’azione, nella quale però si concentrano le già citate assurdità. La fase finale del film però è decisamente riuscita, con un’ultima scena splendidamente lasciata alle opinioni degli spettatori!

Film bello, tecnicamente valido e con ottimi attori. Purtroppo la superficialità della sceneggiatura lo penalizza parecchio…

 

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