Titolo Internazionale: The Heir
Nazione: Italia
Durata: 85 minuti
Regia: Michael Zampino
Anno: 2011
Cast: Alessandro Roja, Guia Jelo, Tresy Taddei, Davide Lorino, Maria Sole Mansutti

Trama:

Dopo la morte del padre, Bruno, un giovane radiologo milanese, riceve in eredità una casa in uno sperduto paesino dell’appennino marchigiano. Decide di restaurarla per poi rivenderla ma durante il suo soggiorno farà la conoscienza dei contadini vicini di casa ed in particolare con Paola, vedova e madre di 2 figli, che sembra essere stata molto legata al padre di Bruno. Lei si è occupata della casa negli anni precedenti e non vuole riniciarci…

Secondo me:

Grazie al sito MyMovies ho potuto vedere questo film in anteprima il giorno prima della sua uscita al cinema. Per la verità sarà difficile trovarlo nella penisola visto che esce in una ventina di sale e questo è un peccato visto che il film è senza dubbio un valido esempio di thriller un po’ psicologico ed a tinte noir italiano (anche se a dirla tutta il regista è italo-francese).
Girato con un budget bassissimo ma con il contributo del ministero e della film commission marchigiana, il film ha come punto di forza degli ottimi attori tutti ottimi e credibili nelle loro parti che riescono a dare profondità ad ogni personaggio. Per la verità al primo impatto non mi erano piaciuti né Bruno (Alessandro Roja) né l’antagonista della vicenda: Paola (Guia Jelo), ma con il passare dei minuti ci si rende conto della loro ottima prova! Nota di merito per Davide Lorino per il quale non riesco ad immaginare un attore migliore nel suo ruolo.
La storia invece è molto lineare e prevedibile e qualche dialogo fuoriluogo c’è. Nonostante ciò il film riesce a prendere per tutta la sua durata senza stancare. Tanti sono i temi toccati dal film in maniera sottile o meno, ma quello che spicca su tutti è il contrasto tra gente di città e contadini.
Da segnalare c’è una scena abbastanza forte nella quale la signora Paola non ha nessuno scrupolo nell’uccidere brutalmente un povero coniglio finito in trappola.

Un film da una storia abbastanza mediocre ma che cattura e coinvolge grazie ad un cast ottimo e a qualche bella trovata stilistica. Ottimo esordio cinematografico per Michael Zampino, e per una volta mi sento di dire che i fondi statali siano stati spesi bene. Se riuscite a trovare una sala che lo proietta fateci un pensierino.

Titolo Originale: Transmorphers: Fall of Man
Nazione: USA
Durata: 90 minuti
Regia: Scott Wheeler
Anno: 2009
Cast: Alana DiMaria, Bruce Boxleitner, Aidan Bristow, D.T. Carney, Debra Harrison-Lowe, Shane Van Dyke, Jennifer Rubin, Chad Vigil

2009, trecento anni prima della conquista del pianeta da parte dei robot veniamo a sapere che loro sono già tra noi trasformati in comuni oggetti elettronici come antenne della tv, cellulari e automobili e iniziano ad attaccare gli esseri umani! Il governo cerca di nascondere la cosa e toccherà ad un ex militare divenuto un’antennista, una bella ragazza e suo padre poliziotto cercheranno di sconfiggere i robot che vogliono conquistare la Terra e successivamente organizzare la rivolta contro le macchine.

Secondo me:

Qualche mese fa parlai del bruttissimo film Transmorpher, produzione low budget dell’Asylum “ispirata” da Transformer di Michael Bay. Il famosissimo regista americano ha poi sfornato il secondo capitolo della saga dal quale mi sono tenuto molto lontano visto che non mi era piaciuto affatto il primo. A quanto leggo sulla rete questo seguito sembra sia orripilante. L’Asylum rilascia nello stesso periodo questo film qui, prequel del primo capitolo della saga che racconta l’inizio dell’invasione degli alieni-robot. E al contrario di Bay si sono migliorati!
Mi risulta abbastanza strano parlare quasi bene di un film Asylum… Insomma la storia è banale e stupida ed è divisa nettamente in tre parti: eroi che scappano, eroi che tirano fuori le palle, contrattacco (con un piano proprio “geniale!!!”).
Il tutto raccontato in maniera superficiale e confusa, con una recitazione è a tratti raccapricciante e con ferite delle quali ci si dimentica. Eppure nel complesso il film funziona!
Forse sono i miei standard che si sono adattati a quelli Asylum o forse loro hanno deciso di lavorare un pò più sodo sui loro film, anche Almighty Thor non mi è dispiaciuto affatto!
Anche gli effetti speciali sono migliori del solito. Certo restano comunque brutti, ma non ai livelli di Transmorpher o Snake on a Train
Nel cast poi c’è un uomo che sta diventando una colonna portante dell’Asylum: Shane Van Dyke, ultimo rampollo di una prestigiosa famiglia di attori (per maggiori informazioni cercate Jerry, Dick e Barry Van Dyke su Wikipedia; poi ci sarebbe anche il fratello Carey che su Wikipedia non c’è!) che ha firmato anche la sceneggiatura di questo film e la regia di diversi film tra i quali Paranormal Entity e Titanic 2. Tra l’altro ho visto tre film con lui ed in tutti ripete in maniera fastidiosa frasi come “it will be ok, everything will be fine” e roba simile..

Tra quelli che ho visto fin’ora questo è tra i migliori film dell’Asylum. Ciò non significa che sia un bel film, ma quantomeno accettabile. Peccato che l’Asylum non abbia in cantiere nulla in occasione del terzo episodio di Transformers

Oggi faccio un post un po’ diverso. Ho visto diversi film con seguiti e ho deciso che da adesso accorperò le saghe con più film in un’unico post. Spero che l’idea vi piaccia!

Lake Placid

Titolo Originale: Lake Placid
Nazione: USA
Durata: 82 minuti
Regia: Steve Miner
Anno: 1999
Cast: Bill Pullman, Bridget Fonda, Oliver Platt, Betty White, Natassia Malthe

Lake Placid 2 – Il Terrore Continua

Titolo Originale: Lake Placid 2
Nazione: USA
Durata: 87 minuti (versione unrated)
Regia: David Flores
Anno: 2007
Cast: John Schneider, Sarah Lafleur, Cloris Leachman, Yana Marinova, Alicia Ziegler

Lake Placid 3 – Calma Apparente

Titolo Originale: Lake Placid 3
Nazione: USA
Durata: 96 minuti (versione unrated)
Regia: Griff Furst
Anno: 2010
Cast: Colin Ferguson, Yancy Butler, Kirsty Mitchell, Kacey Barnfield, Mark Evans, Atanas Srebrev

Secondo me:

Nell’ormai lontano 1999 vedeva la luce questo film da un budget abbastanza considerevole per questo tipo di film (27 milioni di dollari secondo l’imdb) che riuscì ad ottenere un discreto successo commerciale. Qualitativamente non è certamente un capolavoro e si rivela essere un tipico film da “ciclo alta tensione” di canale 5 nelle serate estive.
La storia del primo capitolo della saga è di una banalità atroce: alcuni malcapitati vengono uccisi da una creatura misteriosa in un lago nel Maine, ed una paleontologa di città viene mandata sul luogo ad aiutare lo sceriffo locale. Entro breve si scoprirà che nelle acque del fiume scorrazza un enorme coccodrillo e presto arriverà un bracconiere pronto a tutto che vuole uccidere l’animale. Detto così il film appare ben poco interessante, invece riesce a distinguersi abbastanza dalla massa di prodotti simili. Tra una morte e l’altra ci sono diversi momenti allegri e i protagonisti spesso interagiscono con delle belle frasi spaccone che magari sarebbero detestabili nella maggior parte dei film normali, mentre si adattano molto bene ad una cafonata come questa. Davvero belli i coccodrilli (e con un budget così elevato vorrei ben vedere!)
Alcuni personaggi sono odiosi e si comportano spesso in modo stupido (tipo c’è una vecchia, che alla fine sarà l’anello di congiunzione per tutta la saga, che non si sa per quale motivo non venga messa in galera all’istante) ma nel complesso questo primo capitolo riesce ad intrattenere e divertire. Diciamo che svolge perfettamente il suo dovere, e ottiene anche un buon successo commerciale al botteghino. In quel periodo i film non venivano automaticamente pensati come saghe e così passarono diversi anni prima che Lake Placid tornasse a popolarsi di coccodrilli. Qualche anno dopo però sul canale americano Sci-fi Channel (che oggi si chiama Syfy) iniziarono ad andare di moda i film con mostri di varia natura e il canale decide di accordarsi con la FOX, produttrice del primo film, per sviluppare un sequel per la tv lasciando alla FOX i diritti della distribuzione per il mercato Home.

Nel 2007 esce Lake Placid 2 – Il Terrore Continua, girato con un budget inferiore e dai toni leggermente più adulti, perde gran parte della vena umoristica del primo episodio e aggiunge qualche tetta (visibili solo nelle versioni unrated del DVD). La storia rimane esattamente la stessa, la vecchia del primo è sostituita dalla sorella, il bracconiere da un’altro bracconiere, la paleontologa schizzinosa da un’altra ragazza e lo sceriffo da un nuovo sceriffo.

Tutto identico, ma tutto peggiorato anche a causa del budget che scende dai 27 milioni del primo capitolo ai soli 2 di questo. A risentirne sono soprattutto i poveri coccodrilli che stavolta diventano decisamente brutti, ma sono di più. Il problema principale del film però è un gruppo di ragazzi che si inserisce nella storia quasi a caso e la presenza di questo secondo gruppo di persone spezza troppo il ritmo. Comunque un metodo per divertirsi guardando il film c’è: CLICCATE QUA!

Nonostante la bruttezza del secondo capitolo, quelli di Syfy sono convinti di poter fare di peggio e così nel 2010 esce Lake Placid 3! Stavolta la storia è abbastanza più originale rispetto ai capitoli precedenti, ma in fin dei conti si tratta sempre di coccodrilli (stavolta allevati) che mangiano gente. Protagonisti della vicenda non sono più sceriffi e cacciatori di alligatori, ma una tipica e allegra famigliola americana. Il capofamiglia è nientemeno che nipote della vecchia al centro della vicenda di Lake Placid 2. Vivono in un paesino vicino al lago e si recano a casa della scomparsa zia, da loro ereditata. Qui il figlio della coppia scopre dei piccoli alligatori e decide di dargli da mangiare. Tutti i giorni ruba cibo a casa e al supermercato per sfamarli, ma ovviamente il cibo non basterà e i coccodrilli iniziano a mangiare gente. Anche qui delle inutili sottotrame vanno ad incastrarsi malissimo nel resto della storia, con un’altro cacciatore, stavolta donna, che vuole uccidere le bestiacce. Questo è sicuramente il capitolo peggiore della saga ma a suo vantaggio possiamo dire che qui si vedono le tette di Kacey Barnfield. Da segnalare inoltre la presenza di Atanas Srebrev divenuto ormai una sicurezza in questo tipo di film.

In definitiva il primo è un film vero e proprio, anche se bruttino, gli altri sono due film decisamente brutti ma in linea con le altre produzioni di SyFy! Personalmente aspetto con ansia e apprensione un’eventuale quarto film!

Trailer Lake Placid 1

Trailer Lake Placid 2

Trailer Lake Placid 3

Titolo Internazionale: Ubaldo Terzani Horror Show
Nazione: Italia
Durata: 83 minuti
Regia: Gabriele Albanesi
Anno: 2011
Cast: Giuseppe Soleri, Laura Gigante, Paolo Sassanelli, Francesco Mastrorilli, Antonino Iuorio, Massimo Triggiani

Trama:

Alessio è un giovane regista che coltiva il sogno di dirigere un film horror. Le sue sceneggiature però sono troppo vielente e viene invitato dal suo produttore a scrivere il suo film assieme ad un famoso ed abile scrittore horror: Ubaldo Terzani. Alessio e la sua ragazza Sara leggono e apprezzano moltissimo i lavori dello scrittore, così Alessio si trasferisce a Torino nella casa di Terzani che si dimostrerà un uomo dal fascino fuori dal comune e di grande personalità che nasconde un segreto…

Secondo me:

Decine di volte mi sono lamentato della situazione del cinema italiano e delle difficoltà che i registi nostrani incontrano nel produrre qualcosa diverso dalla commedia romantica, dal film del comico di turo o dal film delle feste. In questo cielo grigio però qualche spiraglio di luce c’è e viene da Roma. Generali della dura battaglia per la sopravvivenza del cinema di genere italiano sono i Manetti Bros che ci hanno regalato perle come Piano 17Zora la Vampira e il film di prossima uscita L’arrivo di Wang (SciFi) Anche le loro fiction si sono dimostrate di livello superiore alla media (L’Ispettore Coliandro su tutte).
Tra i più stretti collaboratori dei due fratelli sopracitati c’è Gabriele Albanesi, classe 1978, regista di questo film. Questa è la sua seconda opera. La prima, Il Bosco Fuori (del quale parlerò appena mi capiterà di rivederlo, intanto sappiate che ne sta girando un sequel) riscosse un’ottimo e meritato successo fuori dall’Italia vincendo diversi premi in vari festival e arrivando ad essere apprezzata anche da Sam Raimi (regista de La Casa, Drag me to Hell) che distribuisce il film negli USA e in Canada con la sua compagnia. Il precedente film faceva ben sperare in una giovane promessa del nostro cinema ed oggi dopo aver visto Ubaldo Terzani Horror Show sono pronto a scommettere sul suo talento e coraggio.
I primissimi minuti mi hanno ricordato un’intervista di qualche mese fa di Umberto Lenzi nella quale si lamentava che i registi della sua epoca con l’avvento delle TV commerciali e della guerra dell’audiance dovettero iniziare a lavorare a fiction e film adatti al publico generalista decretando la fine del periodo d’oro del cinema italiano. Albanesi denuncia proprio questo,e guarda caso il film esce solo in DVD e Blu-ray dalle nostre parti nonostante durante la produzione sembrasse quasi sicura un’uscita in sala.
Tornando al film la prima parte è un’omaggio al cinema italiano 70-80′. Innumerevoli poster, magliette e omaggi vari a Fulci, Lenzi, Martino. C’è persino una scena di “Un Gatto nel Cervello” mostrata in TV. Inoltre anche il nome Ubaldo Tarzani è un omaggio ad Ubaldo Terzano, storico cineoperatore. C’è da aspettarselo da un regista laureato in Cinema Horror Italiano, che porta sullo schermo un film in parte autobiografico. Anche lui come il protagonista del film agli esordi andò a scrivere una sceneggiatura con uno scrittore (Eraldo Baldini) anche se solo per un giorno. La camera di Alessio deve assomigliare parecchio alla camera da letto del Gabriele Albanesi studente (e forse anche a quella di adesso). La storia del film non è che sia proprio originalissima e qualche scenetta evitabile c’è, ma nonostante ciò nel complesso il film non è affatto male. Tra le cosucce evitabili ci sono i sogni-visioni del protagonista che sembrano giusto delle scuse per far sfogare Sergio Stivaletti, che come avvenuto per Il Bosco Fuori anche in questo caso si occupa degli effetti speciali del film. La tecnica è però ineccepibile, quasi da regista navigato e tutto ricorda i bei vecchi film del passato, comprese le musiche, le luci e le espressioni spesso eccessive dei personaggi. In questo caso Sassanelli è perfetto e anche Laura Gigante fa il suo dovere (molto migliorata da AlbaKiara. Se non sapete di cosa sto parlando meglio così). Sopra le aspettative il protagonista interpretato da Giuseppe Soleri, il Gargiulo de l’Ispettore Coliandro.
Da sottolineare poi il cameo dello stesso regista nei primi minuti (il ragazzo con il quale Alessio si scontra in biblioteca) e di G-Max.

Un film non eccezionale ma comunque gradevole, comunque da vedere per capire che nella nostra penisola c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di fare cinema un pò come vuole.

Titolo Originale: Neko Râmen Taishô; 猫ラーメン
Nazione: Giappone
Durata: 80 minuti
Regia: Minoru Kawasaki
Anno: 2008
Cast: Kazuki Kato, Tôru Furuya, Saaya Irie, Nao Nagasawa, Toshio Kurosawa, Seizo Kato

Trama:

William Thomas Jefferson III è un gatto figlio della star delle pubblicità di cibo per gatti in scatola William Thomas Jefferson II. Il suo futuro è quello di prendere il posto del padre, ma decide di scappare da quel destino e cercare un’altro lavoro. Dopo aver tentato diverse strade apre un negozio di ramen. Gli affari non vanno esattamente alla grande, ma lì il gatto è felice e stringe amicizia con un suo affezionato cliente. Presto però dovrà tornare a vedersela con il padre che tenterà di umiliarlo proprio nella preparazione del ramen…

Secondo me:

Chi segue questo blog da parecchio tempo saprà che Minoru Kawasaki è il mio regista (demenziale) preferito! Se non sapete di chi sto parlando andate a leggere di The Monster X Strikes Back: Attack the G8 Summit, Calamari Wrestler o di The Rug Cop. Quest’ultima opera del Maestro Kawasaki ha ancora per protagonista un’animale, un gatto stavolta, nella solita cornice di normale assurdità alla quale il buon Minoru mi ha abituato. Il film è tratto da un anime web series visibile su Youtube. Purtroppo è solo in Giapponese, ma sembra assolutamente divertente! Anche il film lo è, ma non nascondo che mi ha parzialmente deluso. Mi aspettavo l’ennesimo capolavoro e invece non mi sono fatto nessuna grassa risata anche se di scenette simpatiche ce ne sono a decine! Particolarmente carini i primi minuti dove il povero gatto ripudiato dal padre deve cercarsi un lavoro. Delusione totale invece per la canzoncina. I film di Minoru Kawasaki sono famosi per un momento musicale semplicemente esilarante. Qui invece c’è una malinconica canzone sul ramen…
Il finale è eccessivamente (e insensatamente) moralista e tradizionalista per essere apprezzato. I pupazzi e i loro movimenti sono come al solito fantasticamente artigianali, perfetti per un film di questo tipo!
Nonostante il film sia del 2008 (e sia stato presentato in anteprima internazionale in Italia) non esistono ancora sottotitoli nella nostra lingua quindi me lo sono visto con sub inglesi.

Pussy Soup è un po’ sottotono rispetto agli altri film del regista ed è il primo che non finisce nella tab dei film consigliati. Resta decisamente valido e divertente. Guardatelo e facciamo diventare celebre questo genio in Italia!

Titolo Originale: Gosu; ゴス
Nazione: Giappone
Durata: 96 minuti
Regia: Gen Takahashi
Anno: 2008
Cast: Kanata Hongô, Rin Takanashi, Sô Yamanaka, Yuna Natsuo, Kei Nakata

Trama:

Un serial killer inizia a seminare il panico in una piccola cittadina uccidendo giovani ragazze e posizionando il cadavere in posa artistica, dopo averne amputato una mano. Itsuki Kamiyama e Yoru Murino sono due studenti delle superiori che si appassionano all’omicidio. Il ragazzo è un’appassionato di indagini poliziesche e delitti abbastanza inserito nell’ambiente scolastico, mentre la ragazza è una solitaria affascinata dalla morte. Il fine dei due ragazzi non è prendere l’assassino, ma soddisfare le loro morbose curiosità riguardo morte e crudeltà.

Secondo me:

Questo film è il live action di un manga abbastanza popolare in patria (arrivato anche da noi grazie a Planet Manga), che a sua volta è tratto da un romanzo. Io prima di vedere il film non avevo mai sentito parlare di queste opere e quindi non le avevo lette. Il film è lento e riflessivo, una specie di noir che vorrebbe forse far riflettere su qualcosa di grande, ma che non è riuscito a catturare la mia attenzione.
Un film comunque che potrebbe essere adatto a sedicenni depressi e solitari appartenenti a controculture pseudogotiche.
Esteticamente ha qualcosa da dire con alcune scene d’atmosfera e immagini curate e neanche la trama è poi così malvagia ma alla fine nel complesso non mi ha convinto affatto. Mi sono annoiato abbastanza nel sentire le riflessioni ed i pensieri futili dei ragazzi sulla fortuna di vedere cadaveri e robe così. Quando finalmente il film prende una piaga un po’ più investigativa si arriva a soluzioni semplici e colpi di scena ampiamente prevedibili.

Un film che a me non ha detto niente. Sono comunque dell’idea che non sia una totale perdita di tempo vederlo e sicuramente ci saranno persone che riusciranno a cogliere più sfumature dai personaggi.


Titolo Internazionale: Smile
Nazione: Italia, Gran Bretagna
Durata: 80 minuti
Regia: Francesco Gasperoni
Anno: 2009
Cast: Robert Capelli Jr., Harriet MacMasters-Green, Antonio Cupo, Manuela Zanier, Mourad Zaoui

Trama:

Un gruppo di ragazzi universitari va a farsi una vacanza in Marocco accampandosi in un bosco ritenuto maledetto dalla gente del posto. Una ragazza appassionata di fotografia viene derubata della sua macchinetta fotografica, ma entrerà in possesso di una polaroid del ’66 con la quale decide di documentare la vacanza. Nel bosco faranno la conoscenza di uno strano cacciatore che dopo aver visto la macchinetta fotografica fuggirà spaventato per essere poi ritrovato trovato morto. Sarà l’inizio di un’incubo…

Secondo me:

Qualche settimana fa vengo a conoscenza che il 14 giugno al festival di Taormina sarà presentato il primo film low budget italiano in 3d intitolato “Parking Lot” che brucia sul tempo Ezio Greggio e Dario Argento. Cercando maggiori informazioni sul film ho scoperto che sarà il secondo film di Francesco Gasperoni, mentre il primo è stato Smile. La particolarità di Parking Lot è che sembra essere stato girato con una tecnica innovativa che permette di di girare in 3d anche con budget miseri ed è stata inventata proprio dallo stesso regista! Io non sono affatto un fan del 3d, e pensare che anche i low budget in un futuro prossimo potranno questo formato mi mette ansia, però senz’altro c’è chi la pensa diversamente e l’invenzione di Francesco Gasperoni potrebbe essere importante.
Personaggio curioso comunque il regista che ha 2 lauree (in scienze politiche,in farmacia ed ha provato anche con la fisica ma non so se si sia mai laureato), ha insegnato all’università e che parallelamente alla sua carriera accademica ha diretto spot, ed è stato aiuto regista in “Vacanze a Mosca” ha elaborato una teoria fisica rivoluzionari (i Bouncers) e amministra un parco tematico a Viareggio nel quale è coinvolto anche Carlo Rambaldi. Durante la sua carriera deve avere anche stretto amicizie in piani alti visto che riesce anche a strappare dei fondi statali per il suo film, cosa abbastanza singolare per il genere.
Poteva comunque essere una buona occasione per rilanciare il cinema di genere italiano, ma a quanto pare Gasperoni sa fare un sacco di soldi ma i film no.
Titoli iniziali brutti e doppiaggio non proprio brillante fanno subito venir voglia di vedere qualcos’altro, sensazione accentuata quando ci vengono introdotti i personaggi attraverso delle fotografie (per i fan del brutto la cosa ricorda “Il Bosco 1“).
I sette amici in vacanza sono i soliti personaggi da filmetto horror mediocre: la bella protagonista, la snob, il belloccio, la coppia e altri senza personalità. Il film prosegue e le scene stupide la fanno da padrone. Macchina fotografica persa in maniera idiota, acquisto di quella nuova in maniera ancora peggiore, la snob che decide di andarsene in piena notte, quello belloccio che nasconde senza motivo che la snob è andata via e che si trasforma in quello in apprensione… Insomma in 20 minuti si assiste ad un teatrino davvero pessimo. Le cose migliorano leggermente all’arrivo nel bosco, dove inizia il classico filmettino horror di ragazzi dispersi in un bosco. Niente che faccia gridare al miracolo, i protagonisti continuano a dare fastidio ma almeno inizia a morire qualcuno. Potrei criticare le reazioni davanti ai cadaveri, l’odio profondo che suscita quello in apprensione che diventa quello sempre incazzato, un paio di scelte discutibili dei protagonisti, ma tutto sommato siamo in linea con un brutto slasher.
Epilogo invece che dovrebbe chiarire un po’ la situazione e invece riesce a rendere tutto stupidamente intricato e senza filo logico.

Un classico filmetto horror adatto ai sedicenni, anche se sotto la media! Sconsigliato

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